Il tecnico spagnolo del Como tanto osannato è tornato coi piedi per terra e nella live si è quasi fatto un processo alle ambizioni dell’allenatore
“E’ stato umiliato, che lezione ha ricevuto, doveva venire e cercare di fare vedere calcio spettacolo e altro, invece Fabregas è tornato a casa a testa bassa…“. Una vera sentenza quella che Calciosub ha riservato al tecnico del Como che ha perso 4-0 contro l’Inter.
Il modo di esprimersi, di valutare le cose e anche nell’approccio non rende molto simpatico Cesc Fabregas che col suo Como sta cercando di riscrivere le cose che molti danno per scontato. Nella sua testa e filosofia, il tecnico spagnolo vorrebbe tanto fare una sorta di rivoluzione culturale ma in Italia è molto difficile e l’allenatore se ne sta rendendo conto. “A Fabregas manca una cosa, la consapevolezza, ovvero non si rende conto che non ha dei giocatori che possono fare quel tipo di gioco sempre e comunque“, dice Francesco Torre.
A molti non è simpatico anche per questo suo modo di ragionare e di proporre calcio, come se l’avesse inventato lui, almeno questa è la sensazione che dà, chissà che non sia proprio questo suo modo di agire ad attirare critiche piuttosto velenose: “Ma come si fa a perdere in quel modo a San Siro, senza nemmeno giocarla la partita, proprio il Como che viene osannato da tutti. Fabregas cosa pensava di fare? Di andare a San Siro, giocare a viso aperto con tutti quei ragazzini senza esperienza e non esporsi a figuracce del genere?”, spiega Torre che esalta anche la prestazione dell’Inter.
Non è d’accordo Gianluca Forte con questo linciaggio nei confronti dell’allenatore del Como che è andato a San Siro “cercando di giocare con le sue idee e portare avanti la sua filosofia, a me non dispiace un allenatore che prova a giocarsela sempre e comunque anche se davanti a una corazzata. E’ bello pensare di poter vincere le partite giocando bene e avendo le proprie idee…“.
Anche Pasquale La Ragione la pensa in un modo simile e attacca lo studio: “Capisco che il risultato è importante ma si può vincere anche cercando di giocare bene a pallone e tentando di arrivare al risultato in un altro modo, ovvero con le proprie idee tentando di proporre un bel calcio“. Concetti che non attecchiscono tanto in studio, considerato che su Chivu si è detto di tutto e di più, quando in realtà è stato quello che ha disintegrato il Como con il gioco e con i gol.
“Non si può perdere 4-0 a zero e non essere immuni a critiche anche severe“, spiega Paolo Signorelli che poi ci mette il carico: “Il Como fino a qualche anno fa era in serie B, capisco le ambizioni ma proprio perché ce le hai, ti devi ricordare di essere in serie A e non conta giocare bene e poi perdere 4-0 perché se prendi tutti quei gol, non hai giocato bene per niente, a volte si confondono le cose nel calcio…”.